di Stefano De Cristofaro
In un calcio che va aprendosi, sia pur con colpevole ritardo, all’universo femminile, trovare delle donne all’interno degli organigrammi societari rappresenta tuttora un’eccezione alla regola. Spesso infatti ci si limita ad assegnare loro poco più di un ruolo puramente rappresentativo. Quasi ornamentale, essendo volto, nella stragrande maggioranza dei casi, al mero riempimento di determinate caselle nei vari Direttivi. Discorso, questo, che non riguarda di certo le due protagoniste in questione, che oltre a darsi parecchio da fare a livello operativo rappresentano delle vere e proprie risorse per i rispettivi club.
Si tratta della vice-presidentessa del Villa San Vincenzo Lucia Verna e della segretaria del Treglio Anna Giovannangelo.
Accomunate anche dalla militanza nel medesimo campionato: la Terza categoria della provincia di Chieti. «Quest’anno però niente derby, almeno nella prima fase della stagione» – sotttolinea sorridendo la Verna, con chiaro riferimento alla diversa collocazione delle due squadre. Inserite in due gironi diversi, per quel che riguarda la cosiddetta regular season.
Lucia e Anna si conoscono da non moltissimo tempo, sufficiente però a instaurare un ottimo rapporto, rinsaldato peraltro nelle rare occasioni di ritrovo. Sia in campo che in concomitanza di eventi istituzionali, com’è capitato proprio di recente, ovvero la sera riservata alla presentazione dei calendari della Terza di Chieti e Vasto.
«Eravamo» – conferma la Giovannangelo – «le uniche donne di club presenti, tant’è che prima dell’evento ci siamo sentite proprio per assicurarci di essere lì entrambe. E ovviamente ci siamo sedute allo stesso tavolo, trascorrendo una piacevole serata».
I colleghi maschi si sono comportati bene? «Ovviamente sì» – rispondono entrambe le dirigenti, «come sempre, del resto, visto che da questo punto di vista non abbiamo davvero nulla da eccepire. Personalmente» – prosegue Anna, che nella vita di tutti i giorni esercita la professione di psicoterapeuta – «mi sono sempre trovata bene, essendo stata trattata ovunque con grande rispetto. Mi sento anzi di consigliare anche ad altre donne di vivere un’esperienza simile. Assai formativa oltre che utile a vincere determinati stereotipi e a sdoganare una volta per tutte il nostro ruolo in un ambito ancora prettamente maschile come quello del calcio».
Segretaria tuttofare ma anche guardialinee di società, la Giovannangelo. «Per il mio club questo e altro» – sottolinea ridendo – anche se a quel ruolo sono riconducibili le uniche note stonate della mia esperienza calcistica. Relative cioè ad alcuni cori volgari e offensivi rivoltimi dagli spettatori di una squadra avversaria, mentre in un altro caso mi capitò di essere fatta oggetto di qualche pallonata da parte dei giocatori…».
«Ho fatto quindi bene a non cimentarmi in quel ruolo, limitandomi a compiti prettamente dirigenziali» ci scherza su l’amica e collega Lucia.
La quale, a differenza di Anna, vanta anche trascorsi da calciatrice, avendo iniziato a soli 16 anni nelle file dell’Orsogna per poi passare al calcio a cinque: dapprima con l’Az Gol Women di Guardiagrele e successivamente a Chieti. «Esperienza peraltro durata un solo anno» – rammenta l’interessata diretta – «essendo stata costretti per motivi logistici e fisici a sospendere l’attività».
Proseguita però da dietro la scrivania e a prezzo di grossi sacrifici personali. La Verna infatti si divide tra il lavoro mattutino di impiegata e quello pomeridiano nell’azienda di famiglia. Impegni che, complice anche il trasferimento di residenza a Lanciano, le impediscono di stare al campo durante la settimana.
«La domenica però è sacra» – sottolinea – «che si giochi in casa come in trasferta». Per il resto, sia pur a distanza, spetta a lei (e lo stesso vale per la collega di Treglio) gestire, in qualità di vice-presidente, tutta la parte amministrativa. Soprattutto ora che il calcio va sempre più informatizzandosi.
«Da questo punto di vista» – affermano compiaciute le due amiche – «va detto che le donne sono molto più avanti rispetto ai colleghi dell’altro sesso. Più pratici e assai meno inclini alle varie questioni fiscali e regolamentari, che infatti demandano volentieri a noi».
E se per Anna il Treglio si è trasformato in una questione di famiglia (il presidente è il suo attuale compagno mentre ad allenare la squadra c’è il cognato), per Lucia è altrettanto vitale, avendo lei stessa contribuito alla rinascita del calcio del suo paese.
«Dopo aver ricoperto il ruolo di dirigente» – rammenta – «già alcuni anni prima, nelle file della società poi scomparsa, nell’estate 2014 proposi ad alcuni amici di ridar vita ad un’associazione, non foss’altro che per ridare una squadra al nostro paese. Ed è proprio così che nacque l’attuale Asd Villa San Vincenzo. Tanti comunque i ricordi. Alcuni belli, altri meno. Indimenticabile, ad esempio, fu il giorno in cui fummo promossi in Prima categoria e i giocatori mi buttarono sotto la doccia nel corso dei festeggiamenti. Il più triste invece coincise con l’ultima gara della stagione contrassegnata dalla retrocessione in Seconda».
«Io invece» – le fa eco la Giovannangelo – «rammento ancora con grande emozione la partita in cui vincemmo grazie al gol segnato da un nostro attaccante rientrato proprio quel giorno e reduce da un grave e lungo periodo di assenza. Un momento di grandissima commozione generale. In campo e fuori».
Lucia è milanista mentre Anna dice di simpatizzare per la Juventus. Entrambe però hanno le idee chiare circa il futuro delle loro squadre locali: «Fare meglio rispetto alla passata stagione» – affermano convinte, dopo aver chiuso le rispettive annate di Terza in posizioni di rincalzo. Prematuro invece ogni discorso di vertice. «Per realtà piccole come le nostre» – spiegano – «è già un gran risultato esserci, per cui andiamo avanti così, sposando la politica dei piccoli passi».
Particolare curioso, relativo al Villa San Vincenzo, è la presenza, in passato, di altre figure femminili: «Vero», conferma la Verna, «visto che in Prima il ruolo presidenziale era ricoperto da mia cugina Angelica Capuzzi, mentre appena quattro anni fa la presidenza del Villa San Vincenzo fu assegnata, per un biennio, a Erika De Seta».
Scontato l’epilogo, essendo stato chiesto a ognuna di dare un giudizio sull’altra.
«Sicuramente positivo» – è Lucia Verna la prima a parlare – essendo Anna una persona solare e simpatica, oltre che estremamente disponibile. E tanto per smentire il solito luogo comune che tra donne non può esistere un feeling duraturo, faccio presente che le mie migliori amiche le ho trovate proprio nell’ambito sportivo, quando giocavo nel calcio a cinque».
Un rapporto, il loro, per nulla scalfito dai confronti diretti dello scorso anno, conclusisi in perfetta parità: al successo interno (1-0 il punteggio) conseguito all’andata dal Villa San Vincenzo replicò infatti il Treglio, aggiudicandosi per 3-0 il match di ritorno.
«Di Lucia» – la chiosa finale di Anna Giovannangelo – «posso solo parlare bene. In presenza ci si vede poco ma ci sentiamo spesso, anche per un semplice consulto o per un saluto. Inoltre durante il periodo del Covid organizzammo assieme una raccolta fondi per l’acquisto di materiale da destinare alle strutture ospedaliere. Senza contare poi che, quando la mia società si trovata in difficoltà per la questione del campo di gioco, lei, e di rimando l’Asd Villa San Vincenzo, hanno messo a nostra disposizione il loro impianto. Un gesto di grande generosità che meritava di essere ricordato e sottolineato».