di Stefano De Cristofaro
Michela Di Lodovico, “una e trina”.
Senza voler essere blasfemi, ma ci è parsa la definizione più appropriata per descrivere la trentatreenne tesserata della Bellante Val Tordino, compagine partecipante al campionato regionale di Eccellenza femminile di calcio a undici.
“Una e trina” perché Michela Di Lodovico vanta un primato che ha ben pochi riscontri nel calcio, e men che meno in quello femminile: Di Lodovico ricopre infatti all’interno del club che presiede anche i ruoli di allenatrice e atleta.
Se non è un record, poco ci manca…
«Una scelta piuttosto impegnativa, della quale però non mi sono mai pentita» – confessa sorridendo la diretta interessata, la cui carriera calcistica inizia nel lontano 2002 quando, a soli quattordici anni, decide di tesserarsi per la Calcio Femminile Teramo, nelle cui file vincerà, da diciottenne (e nel ruolo, che tuttora ricopre, di difensore), il suo primo campionato.
A ventuno anni, invece, un po’ per gioco e un po’ per effettive necessità, ecco la scelta di allenare, assumendo così il doppio ruolo di giocatrice e tecnico.
«Da allora non ho più smesso, togliendomi diverse soddisfazioni» – sottolinea Michela, che sotto i colori della prima squadra calcistica femminile di Bellante (nata nel 2014), vincerà un campionato e due Coppe Abruzzo, seguite da un biennio disputato in serie C, prima della sospensione dei campionati dovuta al Covid.
«Alla ripresa delle attività, ho deciso di prendermi un anno di pausa, trascorso il quale ho voluto provare un’esperienza fuori dalla mia provincia, andando a giocare nel Chieti».
Nel 2021, tornata “a casa”, Di Lodovico decide di dar vita a una società tutta sua (di nuovo a Bellante), della quale assumerà anche la carica di Presidente, chiudendo di fatto il cerchio.
Il resto è storia recente, complice la fusione, avvenuta proprio quest’anno, con la Val Tordino, da cui è nata appunto la Bellante Val Tordino, la cui prima squadra milita nel campionato regionale di Eccellenza femminile.
«Accanto ad essa» – sottolinea con orgoglio Michela – «abbiamo dato vita anche a una Scuola Calcio mista, per un totale di circa cento tesserati. Niente male per una realtà così giovane».
Passando agli aspetti pratici e alla particolarità del triplice ruolo, come si relaziona con le sue compagne di squadre, nonché dipendenti?
«All’inizio qualche perplessità c’è stata, legata più che altro alla stranezza della situazione, ma col tempo si è venuta a creare una sintonia tale, che ha di fatto cancellato qualsiasi tipo di problema: sia nelle scelte di natura tecnica che nella gestione del club».
Scommetto che è una titolare fissa….
«Scommessa indovinata, ma in campo dò sempre il massimo per mantenere il posto».
Nessun rischio di esonero, immagino…
«Vero anche questo, ma vi assicuro che sono la prima a mettermi in discussione e ove mai dovessi capire che le cose sul piano relazionale non vanno bene, non avrei problemi a fare un passo indietro».
Battute a parte, una cosa è certa: assolvere contemporaneamente alle tre funzioni non deve essere per niente facile.
«E infatti non lo è, ma avendo la fortuna di poter contare sul sostegno di validi collaboratori, alla fine riesco a gestire il tutto. Con grande spirito di sacrificio (nella vita di tutti i giorni Di Lodovico lavora come segretaria in un poliambulatorio, ndr) ma altrettante soddisfazioni. Sicuramente fondamentali per andare avanti».
A tal proposito, quali sono gli obiettivi di partenza della squadra maggiore?
«Quelli di proseguire nel nostro percorso di crescita. L’anno scorso abbiamo chiuso il campionato al terzo posto e non sarebbe male provare a migliorarci, avversarie permettendo, visto il grande equilibrio che sembra caratterizzare la stagione appena iniziata».
In famiglia la vedono, di tanto in tanto, e cosa dicono di questa sua triplice veste calcistica?
«Adesso un po’ di meno dato essendo andata ad abitare per conto mio. Io comunque» – svela Di Lodovico – «non provengo da una famiglia di sportivi, tant’è che a trasmettermi questa immensa passione per il calcio sono stati i miei cugini. Detto ciò, è altrettanto vero però che i miei familiari mi hanno sempre sostenuto nelle scelte fatte».
Potesse tornare indietro, a quale dei suoi attuali incarichi rinuncerebbe?
«Premesso che, come già detto, non ho alcun rimpianto, se proprio diventasse necessario, lascerei quello da dirigente, perché gli altri due mi piacciono troppo e sarebbe per me impossibile farne a meno».
Sempre in relazione al suo triplice ruolo, quali sono i suoi idoli calcistici, ammesso che ne abbia?
«Da sfegatata milanista non posso che citare il presidente Silvio Berlusconi, unico e inimitabile, mentre per quel che riguarda gli altri due» – conclude Michela – «cito alla pari Pep Guardiola e Calcio Ancelotti, oltre al capitano Paolo Maldini, vera e propria bandiera della mia amata squadra rossonera».