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STORIE DI CALCIO puntata n.25 – FRANCO CAPUZZI E I MOMENTI DI GLORIA DEL CALCIO CASOLANO

Momenti di gloria.

Sono quelli coincisi, all’inizio del nuovo millennio, sotto la gestione di Franco Capuzzi, presidente di un Casoli capace di scalare i vertici del calcio dilettantistico abruzzese, sino ad arrivare allo storico approdo in serie D.

Ottenuto, per giunta da neopromossa, al termine della stagione 2007-2008.

Un periodo d’oro, quello vissuto a cavallo dei due secoli, e culminato appunto con l’agognata promozione nella massima delle categorie dilettantistiche, che era e resta il punto più alto della pluriennale storia del club gialloblù.

Nato il 17 marzo 1960, Capuzzi da ragazzo si era anche cimentato nelle vesti di calciatore: «Nelle giovanili del Casoli» – precisa l’interessato diretto – e ricordo che giocavo da punta, anche se ai gol preferivo gli assist. Non essendo particolarmente bravo ho però smesso subito, anche perché già all’età di venti anni avevo iniziato a lavorare nell’attività di famiglia, nel settore abbigliamento».

Attività che prosegue tuttora, avendo egli nel frattempo messo su famiglia, sposando Daniela, dalla quale ha avuto tre figli: Lucia (che gli ha a sua volta regalato due splendide nipotine: Irene ed Elena), Filippo e Luca.

Tornando al calcio, i primi approcci a livello societario risalgono a metà degli anni ’90 quando, assieme a un gruppo di amici, comincia a ricoprire ruoli dirigenziali.

«Per dovere di cronaca» – tiene a puntualizzare – «va precisato che durante il cosiddetto periodo d’oro del Casoli e, nello specifico, l’anno della nostra promozione in serie D, al vertice della società eravamo in tre: il sottoscritto, Isaia Di Carlo e Giuseppe D’Amico, supportati anche da altri dirigenti, grazie ai quali fu possibile dar vita a un gruppo unito ed economicamente sano.

Certo, alla vigilia di quella stagione neanche il più ottimista di noi avrebbe mai immaginato un epilogo simile, anche perché provenivamo da una categoria inferiore».

Il che rende ancor più memorabile la vostra impresa: «Senza alcun dubbio e solo in seguito avemmo modo di comprendere appieno la reale portata di ciò che eravamo riusciti a fare.

Basti pensare che nel primo turno dei play off (quel Casoli infatti salì di categoria dopo aver chiuso la regular season al secondo posto, dietro la corazzata Chieti, ndr) affrontammo la Pianese, che ora gioca in serie C».

Cosa ricorda di quel testa a testa con i neroverdi? «Tantissimi e tutti piacevoli, e questo a prescindere dall’esito dei nostri scontri diretti, che durarono diversi anni, ripetendosi sia in Promozione che in Eccellenza. Del resto, è anche anche grazie al loro blasone che una realtà piccola come la nostra ebbe modo di guadagnarsi una grande visibilità a livello nazionale».

Altro evento memorabile, il confronto diretto del girone di ritorno nell’anno che vide le due squadre salire entrambe dalla Promozione…

«Per motivi di ordine pubblico venne disputato a Lanciano (il 24 aprile 2007, ndr) e in quell’occasione, pur avendo perso per 0-1, ho ancora negli occhi la splendida cornice di pubblico registrata: ben quattromila presenze che fecero della gara del “Biondi” la partita della stagione 2006/2007 col maggior numero di spettatori fatti registrare in ambito dilettantistico regionale: dall’Eccellenza alla Terza categoria».

Altro ricordo indelebile, e ci mancherebbe altro, la finale di ritorno col Cantù, giocata a Casoli il 15 giugno 2008 e decisa da un vero e proprio eurogol di Luca Campli, autore di una splendida parabola calciata dalla linea di centrocampo: «La degna conclusione» – rammenta con immutata emozione Capuzzi – «di un’annata incredibile, in un match giocato davanti a tantissime persone, molte delle quali provenienti dai paesi limitrofi. E ricordo con altrettanto affetto e orgoglio anche le centinaia di persone che in quei play-off ci seguirono sia in Toscana (contro la Pianese, ndr) sia in Lombardia, in occasione cioè della gara disputata e pareggiata a Cantù.

Emozioni irripetibili e frutto del grande lavoro di squadra svolto da tutte le componenti: società, squadra e dal mister Marcello Di Camillo, che con la sua enorme bravura seppe tenere unito un gruppo di giocatori altrettanto bravi».

Le capita di sentirli tuttora, a distanza di oltre quindici anni?

«Abbastanza spesso, per un saluto o per ricordare, dal vivo o a voce, quella incredibile cavalcata vincente. Così come mi piace ricordare i tanti colleghi con i quali ebbi modo di confrontarmi in quegli anni».

Qualche nome? «Senza voler fare un torto a tutti gli altri, coi quali ho comunque avuto sempre rapporti più cordiali, devo fare un’eccezione su tutte, ricordando il compianto ex presidente del Miglianico Paolo Anzideo col quale, al di là delle sfide in campionato, mi legano tanti altri bei ricordi, relativi ai numerosi viaggi vissuti assieme quando, essendo entrambi delegati della Federazione, ci capitava di prendere parte alle assemblee organizzate a Roma dalla Lega Nazionale Dilettanti.

Ma, come detto, ce ne sono tanti altri: dal vulcanico presidente del Cappelle Mario Di Berardino al patron della Val di Sangro Amerigo Pellegrini, senza dimenticare Bruno Passeri del Lauretum e Sergio Di Leonardo del Pianella, che mi dicono tuttora attivo. Così come una citazione particolare la merita l’indimenticabile presidente del Lanciano Ezio Angelucci, accanto al quale, suo gradito ospite, ero solito assistere, dalla tribuna centrale del “Guido Biondi”, alle partite della squadra rossonera».

A un certo punto, però, arriva la decisione di ritirarsi dal calcio attivo: «Non avevo più il tempo per potermi dedicare seriamente alla gestione della società, complici gli impegni di lavoro. Di qui la scelta di fare un passo indietro, limitandomi al semplice, e meno impegnativo, ruolo di spettatore».

Interessato, però… «È vero» – confessa in conclusione Franco Capuzzi – «dato che quando posso seguo con piacere le partite interne della Casolana, nelle cui file gioca mio figlio Filippo, che della squadra è anche il capitano.

Approfitto inoltre dell’occasione per mandare un affettuoso saluto all’attuale dirigenza, cui rivolgo i miei più sinceri complimenti per come sono riusciti, in questi anni, a gestire il calcio locale, dando vita anche a un valido settore giovanile».

 

di Stefano De Cristofaro