Nella serata di ieri, attraverso la piattaforma di videoconferenze Zoom, il Consiglio Direttivo del Comitato ha incontrato i dirigenti delle società abruzzesi che svolgono attività giovanile regionale. Il meeting, finalizzato a fare il punto della situazione sulla stagione sportiva 2020/21 e ad illustrare gli scenari di una possibile ripartenza, ha rappresentato un utile momento di confronto per riflettere sugli effetti che il lunghissimo stop dovuto dalla pandemia sta producendo su un’intera generazione di ragazze e ragazzi.
“Migliaia di atleti stanno vivendo un periodo di grande disagio, privati dell’attività fisica e di tutto quello che il concetto di squadra rappresenta. Non si vive più lo spogliatoio e il ruolo guida di tecnici e dirigenti rischia di venire compromesso” – ha sottolineato il Presidente Memmo. E il grido di allarme è ancora più forte se si pensa agli effetti a lungo termine della DAD che, come dimostrato da recenti studi (relazione del prof. Lazzari in Commissione Igiene e Sanità del Senato), rischia di lasciare uno strascico di problemi e disturbi psicologici (depressione, tristezza, irritabilità, ecc…) molto profondi sulle nuove generazioni. Questo malessere diffuso attraversa tutte le fasce di età, dai 5 fino ai 19 anni in particolare, e non va assolutamente sottovalutato. “Ai nostri ragazzi manca l’interazione con i compagni, il confronto con gli insegnanti (compresi istruttori ed allenatori) e la possibilità di fare attività di gruppo… la socialità è scomparsa da un anno a questa parte ed è una questione molto grave – continua Memmo – che abbiamo il dovere di affrontare. I ragazzi ci chiedono bussole e noi abbiamo il dovere di aiutarli e guidarli in questa difficile fase, cercando di farli tornare in campo prima possibile e di coinvolgerli al massimo nelle nostre attività”.
All’introduzione del Presidente è seguita un’analisi delle ore di attività e formazione perse nelle varie categorie giovanili: Juniores 500 ore, Allievi 400 ore e Giovanissimi 320 ore. Un bilancio pesante, un bagaglio di esperienza e crescita che è andato perduto e che rappresenta la vera sfida di rinnovamento del calcio giovanile. “Dopo quasi due stagioni sfumate, bisognerà cambiare la struttura dei campionati e la gestione delle annate – precisa Memmo – per fare in modo che i nostri giovani non si ritrovino completamente impreparati nell’affrontare le categorie superiori senza aver attraversato i giusti step formativi”.
Tante le proposte lanciate durante la riunione, a partire proprio da quella del “blocco delle annate” e quella di una diversa gestione dei cosiddetti “fuori-quota”, fino ad arrivare alla possibilità di allungare la stagione sportiva ed introdurre attività collaterali come tornei estivi, beachsoccer ed altre iniziative, ma anche una roadmap per la possibile ripartenza. “Abbiamo pianificato la ripartenza dei campionati – ha spiegato il Consigliere Mauro Bassi – sperando di trovarci in uno scenario migliore tra un mese. Se sarà possibile ripartire lo faremo, comprimendo i campionati e disputando solo gironi di andata e fasi finali. Non dipende da noi, ma siamo pronti a rimettere in moto l’intero movimento giovanile appena le leggi e la pandemia ce lo permetteranno”.
Straordinaria la partecipazione e la voglia di ripartire delle società abruzzesi (presenti 45 sodalizi), che hanno condiviso compatte con il Comitato la necessità di privilegiare al massimo la sicurezza, ma anche l’impazienza dei ragazzi e degli staff tecnici di rimettersi al lavoro, di tornare in campo e recuperare al più presto il tempo perduto. “Dai club viene una spinta fortissima per la ripartenza e nel calcio giovanile ancor più che negli altri campionati dilettantistici. Questo è un segnale forte che vogliamo interpretare anche come un buon auspicio per il futuro” – ha concluso il Presidente Concezio Memmo.