La città di Celano ha festeggiato di recente il ritorno della sua squadra in Eccellenza. Categoria alla quale il club biancazzurro, rifondato nel 2018 dopo la fusione con la Pro Celano, mancava dalla stagione 2015/2016. Un risultato che rappresenta l’apice di un progetto che fa del settore giovanile un perno importante.
Ne è una prova la testimonianza del segretario e neo responsabile del settore giovanile Pasquale Ciccarelli che sottolinea il grande apporto dei ragazzi del vivaio alla splendida cavalcata biancazzurra nel campionato di Promozione appena concluso: “I ragazzi sopperivano alle assenze della prima squadra facendola allenare sempre in 22, dando un enorme apporto, e poi abbiamo giocato quasi sempre con tre ragazzi del 2005 in campo e quindi sotto età rispetto alla fascia dei fuoriquota in questa stagione. Tutto questo per noi è motivo di grande orgoglio”.
Insomma, la volontà della società è quella di puntare sul settore giovanile anche per la sostenibilità a lungo termine della prima squadra, come spiega ancora Ciccarelli, parlando dei frequenti stage con società professionistiche, anche oltre i confini regionali: “Siamo molto contenti che i nostri ragazzi vengano visionati anche da squadre professionistiche e cerchiamo di curare i rapporti con queste realtà per consentire loro di mettersi in mostra. Vogliamo diventare un riferimento nel settore giovanile per la nostra zona”, afferma ancora il neo responsabile del vivaio celanese, affiancato dal coordinatore Alan Ballatore.
Per il settore giovanile il bilancio della stagione appena conclusa è positivo anche alla voce risultati sportivi: gli Allievi sono arrivati fino alle finali regionali, dopo aver concluso il torneo regolare al terzo posto; la Juniores e i Giovanissimi hanno partecipato alla Coppa Abruzzo di categoria da neopromosse. Ovviamente l’obiettivo della società per il futuro è essere competitivi in tutte le categorie.
Per il Celano Calcio, però, la sostenibilità sposa la solidarietà. La società è infatti impegnata in un progetto rivolto alle famiglie in difficoltà, che non possono sostenere il costo della retta per fare giocare i loro figli a calcio. Una realtà, dunque, che guarda con attenzione anche all’aspetto sociale del calcio per la sua orgogliosa comunità.
Mattia Di Battista