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GENERAZIONE LND ABRUZZO: DALLA RACCHETTA AL PALLONE, ENRICO CARLETTI, L’ATTACCANTE PRESTATO DAL TENNIS

La squadra allievi del Sambuceto Calcio occupa oggi, dopo sette giornate disputate, quarta posizione nel girone B del campionato regionale Under 17. Ma con una particolarità. Se, come si dice solitamente, la miglior difesa è l’attacco, per i ragazzi di mister Sabino Sciannamea è il centrocampo. Delle 32 reti messe a segno finora, infatti, la maggior parte è opera dei centrocampisti. Un’altra curiosità è che nel reparto d’attacco c’è anche un ragazzo che fino a pochi anni fa si dilettava nel tennis e oggi è uno dei centravanti a disposizione della squadra. Il suo nome è Enrico Carletti e ci racconta la sua storia.

Ciao Enrico, cosa ti ha spinto a cambiare disciplina sportiva?

“Ho smesso di giocare al tennis a 14 anni perché trovavo pesanti i ritmi del tennista e così ho scelto di provare con il calcio. Ho iniziato nell’Under 15 regionale dello Spoltore, poi ho giocato nella Cantera l’anno successivo ma ho disputato poche gare a causa di una pubalgia. Quest’anno sono tornato al Sambuceto e finora posso ritenermi assolutamente soddisfatto di questa esperienza.”

In che ruolo giochi adesso?

“Sono un centravanti che fa dell’atletismo la sua arma, anche grazie al mio passato nel tennis. Tecnicamente devo ancora migliorare perché avendo fatto un’altra disciplina non ho molti fondamentali.”

In una squadra dove però stanno segnando i centrocampisti…

“Sì, è una cosa piuttosto curiosa anche perché credo che abbiamo un buon reparto offensivo con buoni attaccanti. Speriamo di poter dare anche noi il nostro contributo sotto porta, a partire da me…”

Il tuo sportivo di riferimento?

“Da tennista mi ispiravo a Nadal per il suo temperamento. Nel calcio forse mi rivedo un po’ in Lukaku, almeno per caratteristiche fisiche.”

Cos’è che ti dà più soddisfazione nel fare sport?

“Senz’altro lo sport ti aiuta molto nella vita perché ti dà disciplina e ti insegna il valore del sacrificio. Personalmente quello che mi ha sempre dato più soddisfazione sia quando giocavo a tennis che ora con il calcio è scendere in campo e vedere poi i tuoi sacrifici ripagati dal divertimento e dai risultati che ottieni.”

Dalla racchetta al pallone con un comune denominatore: la passione e la voglia di divertirsi.

di Mattia Di Battista