di Stefano De Cristofaro
“È successo!”, il titolo della prima fatica letteraria firmata dall’imprenditore/editore Filippo Di Antonio ha avuto un sapore per molti versi profetico, se si guarda alla stagione appena vissuta dal Città di Teramo, alla cui presidenza Di Antonio arrivò esattamente un anno fa.
Scelta quanto mai azzeccata, visti i risultati conseguiti dai biancorossi: promossi in serie D al temine di una lunga e travolgente cavalcata, bissata anche nella fase regionale della Coppa Italia di categoria, altro fiore all’occhiello del team teramano.
«In realtà» – spiega il diretto interessato – «il libro dato alle stampe lo scorso novembre è il racconto della mia vita, sia da un punto di vista strettamente personale che sul piano imprenditoriale. Una sorta di incoraggiamento rivolto ai giovani, che invito a credere sempre nelle loro capacità, senza mai tirarsi indietro».
Esemplare, in tal senso, è la sua storia professionale: iniziata, una volta finiti gli studi, come dirigente di un’importante azienda edile, e proseguita nel 2003 (subito dopo aver sposato Isabella) in quella di imprenditore edile.
Premuroso papà di due figlie, Stella e Azzurra, nel 2018 Di Antonio diventa editore dell’emittente Super J che, sotto il suo controllo, passa dal canale 634 al 16 per poi entrare a far parte delle cento migliori televisioni private italiane.
Quanto ai suoi trascorsi sportivi, a diciotto anni e per i dieci anni successivi, l’attuale patron biancorosso si è dedicato all’attività arbitrale, seguita dal passaggio dietro una scrivania.
«È stato» – conferma – «nel 2009, quando creai una società nuova di zecca, la Virtus Teramo, portandola dalla Terza categoria all’Eccellenza, per poi trasferire quel titolo a Nereto non avendo la disponibilità di usufruire di un impianto cittadino in cui poter svolgere l’attività. Ho sempre avuto però il sogno di guidare la prima squadra della mia città».
Sogno avveratosi, come detto, nel giugno del 2023…
«È nato tutto un po’ per caso, nel senso che la mia intenzione iniziale era quella di dare una mano nelle vesti di main sponsor, ma alla fine mi sono ritrovato a fare il presidente: un onore grandissimo ma anche una altrettanto impegnativa responsabilità».
Pentito della scelta fatta?
«Assolutamente no, e non lo dico solo perché siamo reduci da una stagione fantastica. Ho conosciuto tante persone meravigliose, fuori e dentro il campo, e con molte di loro ho avuto la fortuna e il privilegio di poter condividere, come detto, un’annata davvero indimenticabile. Frutto del lavoro quotidiano e costante di tutti: soci, dirigenti, staff tecnico e calciatori, capaci di remare uniti e nella stessa direzione».
Adesso però comincia il difficile:
«Verissimo. La serie D è un campionato prestigioso e altrettanto impegnativo: dal punto di vista tecnico ed economico. C’è tanto da fare ma il lavoro non mi ha mai spaventato. Del resto so bene i trascorsi calcistici di questa città e, di conseguenza, le aspettative, sempre alte, della piazza».
Che quest’anno di certo non sarà rimasta delusa, avendo voi centrato con largo anticipo la seconda promozione di fila:
«L’obiettivo di partenza» – sottolinea il patron biancorosso – «era appunto quello di vincere, ma riuscirci non è mai facile né scontato, dovendo sempre fare i conti con una folta schiera di rivali dirette».
Tra le quali il Giulianova…
«Società altrettanto forte e strutturata, con una rosa importante che, non a caso, si sta facendo rispettare anche nei play off nazionali. Un avversario quindi più che degno, che non ha mai mollato la presa arrendendosi solo alla matematica».
Il momento decisivo della stagione?
«Penso la partita largamente vinta contro l’Ovidiana Sulmona (subito dopo la sconfitta patita nel derby al Fadini, ndr) e coincisa col contemporaneo ko dei cugini giuliesi a Capistrello. Quel +8 in classifica ci ha dato un’ulteriore e decisiva spinta, tant’è che da quel momento in poi, e in tutta sincerità, non ho mai pensato di non potercela fare».
Il momento più bello, invece?
«Ne ho vissuti diversi ma quelli davvero indimenticabili sono due: il giorno della vittoriosa finale di Coppa Italia e il giorno della matematica promozione in serie D. Ricordi che porterò per sempre nel mio cuore».
Ed entrambi festeggiati con altrettante citazioni d’autore:
«È vero», ammette ridendo Di Antonio, con implicito riferimento alle t-shirt celebrative delle due imprese: la prima recante con la scritta «È successo ancora», la seconda con un altrettanto evocativo «È successo D nuovo»…
Senza nulla togliere agli altri, c’è un calciatore biancorosso meritevole di una citazione speciale?
«Assolutamente no, essendo stati tutti, indistintamente, da dieci in pagella».
Le sue prossime priorità?
«Creare una società ancor più ambiziosa e forte, previo l’inserimento di tanti altri imprenditori locali accomunati dalla mia identica passione. Potenziamento propedeutico alla successiva organizzazione di un altrettanto importante e solido settore giovanile».