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STORIE DI CALCIO puntata n.30 – LA GRANDE AVVENTURA DEL CASALINCONTRADA, 12 ANNI DI SUCCESSI TARGATI ANDREA ZAPPACOSTA!

Da poco più di un anno Casalincontrada non ha più una squadra di calcio.

Dopo l’ultimo posto, con relativa retrocessione dalla Prima, rimediato al termine della stagione 2023/2024, la società gialloblù ha deciso (nell’agosto dello stesso anno) di gettare la spugna rinunciando a iscriversi al campionato di Seconda categoria.

Scelta tanto dolorosa quanto obbligata, in mancanza di alternative valide.

“Vedere quel campo vuoto è tuttora un immenso dispiacere per tutti. Non resta che sperare in una nuova realtà calcistica locale, portata avanti da persone appassionate e desiderose di fare qualcosa per il paese in cui vivono. Esattamente come capitò a me”.

A parlare così è l’ex presidente Andrea Zappacosta, sotto la cui gestione il calcio casalese ha di fatto vissuto i momenti migliori della propria storia sportiva.

Sposato con Katia Masciulli, Zappacosta ha quattro figli (Mattia, di 28 anni, Luca di 24, Alessio di 16 e Gioia di 11) e nella vita di tutti giorni gestisce a Chieti Scalo la “Scalo Due Autoricambi”, azienda che si occupa della vendita di autoricambi, di rettifiche motori e revisioni auto.

Attività a cui, per un certo periodo della propria vita, ha deciso di affiancare un secondo impegno, quello calcistico, rivelatosi altrettanto ricco di soddisfazioni.

Il suo palmarès, del resto, parla chiaro, se è vero che nel periodo compreso tra il 2002 e il 2014 il Casalincontrada 2002 è riuscito a mettere in bacheca tre promozioni (vincendo in Terza categoria, in Seconda e in Promozione), un trofeo “Arnaldo Sammartino” e ben cinque coppe: quella Disciplina, una Coppa Abruzzo, una Coppa Italia di Promozione e due Coppe Italia di Eccellenza.

“Se non erro – sottolinea con legittimo orgoglio Zappacosta – siamo uno dei pochissimi club a potersi vantare di aver vinto quasi (all’appello, infatti, manca solo la Coppa “Nello Mancini“, ndr) tutte le manifestazioni regionali organizzate dal Comitato della LND Abruzzo.

E avrebbero potuto essere anche di più, se non avessimo perso, a Ortona, lo spareggio play off di Promozione contro la Rosetana e ben due finali di Coppa: quella Abruzzo, per mano del Passo Cordone, e una Coppa Italia di Promozione, a opera del Porto Pescara”.

Al netto di questi passi falsi, però, il bilancio resta altamente positivo…

“Ci mancherebbe altro! Sono più che soddisfatto del mio percorso calcistico, anche se ci tengo a precisare che ho assunto la presidenza nel 2005, disputando le prime tre stagioni nelle vesti di dirigente, accanto al tecnico di allora Valeriano D’Orazio. Un periodo altrettanto proficuo, essendo passati in due anni dalla Terza alla Prima categoria, conquistando anche una Coppa Abruzzo, vinta nella finale di Città Sant’Angelo a spese del Pratola”.

Sotto la sua presidenza, comunque, il Casalincontrada 2002 ha compiuto il salto definitivo, col passaggio in Promozione (tramite ripescaggio) seguito da tre anni conclusisi con altrettante partecipazioni ai play off, e dalla successiva vittoria del campionato, avendo superato proprio all’ultima giornata il Cupello.

Ma anche il triennio di Eccellenza è da incorniciare, essendo stato caratterizzato da altrettante salvezze tranquille e da ben due Coppe Italia.

“Che rappresentano sicuramente – spiega l’ex patron gialloblù – il punto più alto della mia decennale carriera da presidente, avendomi regalato emozioni indimenticabili”.

Ce ne racconta qualcuna?

“Volentieri, a cominciare dal doppio, incredibile successo ottenuto, nel 2013 con Donato Ronci in panchina, contro i sardi del Muravera: squadra all’epoca allenata dall’ex cagliaritano Lulù Oliveira. Vincemmo 1-0 la gara di andata, giocata sul loro campo davanti a circa mille spettatori, per poi ripeterci anche nel return-match e approdare così alle semifinali della fase nazionale della Coppa Italia (da cui furono eliminati dall’Audace Cerignola, ndr), in precedenza vinta, in ambito regionale, battendo il Sulmona ai rigori, nella finale disputata a Città Sant’Angelo.

E altrettanto emozionante fu la prima edizione regionale della Coppa Italia di Eccellenza, vinta due anni prima a Martinsicuro, contro il Cologna Paese, battuto col punteggio di 2-1 sotto la gestione tecnica di Piero Zuccarini“.

Coppe ma non solo…

“Verissimo, anche perché, per un piccolo paese come il nostro, riuscire a disputare per tre anni di fila il campionato di Eccellenza, sfidando ad armi pari realtà calcistiche ben più importanti e blasonate, ha rappresentato un ulteriore motivo di orgoglio. Il ricordo più bello di quel triennio? La sfida contro il San Nicolò giocata allo stadio di Teramo, in occasione della quale fummo premiati con una targa da Salvatore Di Giovanni, presidente della squadra avversaria. Sempre riguardo al campionato, ma in Promozione, un altro momento indelebile è rappresentato dall’anno in cui fummo promossi proprio in extremis battendo, sul nostro campo il Cupello, che alla vigilia dell’ultima giornata aveva i nostri stessi punti…”.

Sicuramente avrà conservato nel tempo delle solide amicizie, a livello individuale…

“Ovvio, e sperando di non dimenticarne qualcuna, ci tengo a citarle tutte, a cominciare a coloro con i quali ho iniziato il mio percorso calcistico, come Daniele Di Toro Mammarella, Vincenzo Lolli, Massimo Malandra, Fernando Di Donato e Valeriano D’Orazio, il mio primo mister. Dopo di lui ce ne sono stati altri e con tutti loro ho avuto uno splendido rapporto personale: da Piero Zuccarini a Donato Ronci, passando per i vari Paride Lalli, Gianluca Pacchiarotti e Pino Durastante, mentre tra i giocatori, non potendo per ovvie ragioni nominarli tutti, mi limito a tre nomi, corrispondenti ad altrettante colonne portanti di quelle squadre: Totò Pasquini, Giampiero Lalli ed Emanuele Bonelli. Ma nella mia lista di ricordi personali – tiene a dire Andrea Zappacosta – c’è un nome al di sopra di tutti gli altri, essendo egli stato un vero punto di riferimento per me, come per l’intera comunità di Casalincontrada: quello del nostro compianto direttore sportivo Camillo Zappacosta (prematuramente scomparso nel 2009 e al quale è stato intitolato il locale impianto di gioco, ndr), al quale abbiamo dedicato tutte le nostre vittorie successive”.

Un’ultima, scontata, domanda: visti i risultati, come mai decise di ritirarsi dal calcio, nell’ormai lontano 2014?

“Semplicissimo: perchè secondo la mia personale visione della vita, per tutte le cose esiste un ciclo. C’è un inizio ma anche una fine. A un certo punto mi sono reso conto di aver dato tutto quanto fosse nelle mie possibilità e, sia pur con immenso dispiacere, ho preferito fare un passo indietro lasciando ad altri la gestione del club. Scelta dolorosa ma ponderata e fatta in totale serenità e nella consapevolezza di essere riuscito a portare in giro per l’Abruzzo, ma anche al di fuori dei confini regionali, il nome del nostro piccolo paese”.

di Stefano De Cristofaro