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STORIE DI CALCIO puntata n.31 – L’ERA DELL’INGEGNER MERCADANTE

Tra i tanti imprenditori che in questi anni si sono avvicendati alla presidenza del Lanciano figura, a pieno diritto, anche il compianto ingegner Stefano Mercadante.

Probabilmente l’unico che avrebbe fatto volentieri a meno di tale incombenza.

Non perché non gli piacesse fare calcio (soprattutto con i giovani) ma perché, dopo essere entrato, agli inizi degli anni Novanta, in una piccola società, di lì a poco denominata appunto Lanciano 90, si ritrovò, di punto in bianco e “obtorto collo”, a rappresentare la massima espressione del calcio cittadino, complice la mancata iscrizione nel Campionato Nazionale Dilettanti (l’attuale serie D) dell’AC Lanciano di Oliviero Mazziotti, retrocessa dalla Serie C2 proprio nella precedente stagione, 1991/1992.

Una vera mazzata per la piazza frentana ma, paradossalmente, anche per l’ingegnere, il quale tutto avrebbe immaginato, tranne che di doversi sobbarcare una simile responsabilità.

Dispendiosa sia dal punto di vista economico, che sotto il profilo dell’impegno quotidiano.

Mercadante, a dire il vero, avrebbe anche potuto fare spallucce, continuando nella sua politica societaria dato che non aveva alcun obbligo nei confronti della piazza frentana, ma la spinta della tifoseria, unita al suo profondo legame con la città, lo convinsero a raccogliere il testimone dalle mani del collega Mazziotti.

Per poi provare, in un così stretto lasso di tempo, ad allestire un organico competitivo per il proprio campionato di competenza: quello di Promozione, divenuto la seconda categoria regionale in ordine di importanza, essendo stata istituita, proprio l’anno prima, l’Eccellenza.

Ma come nacque e si sviluppò la carriera calcistica di Stefano Mercadante?

A spiegarlo provvede Mario La Farciola, amico personale dell’ingegnere, nonché segretario e dirigente di quel club.

“A metà anni Ottanta – rammenta – e proprio in virtù del nostro preesistente rapporto di amicizia, provai a contattarlo proponendogli di entrare a far parte di un piccolo club sorto alle porte di Lanciano: la Libertas Villa Andreoli. Lui inizialmente rifiutò dicendo di non essere interessato ma di lì a poco, pur preferendo non impegnarsi in prima persona, acconsentì a darci una significativa mano nelle vesti di sponsor. Questo fino a quando, avendolo coinvolto nei festeggiamenti per i due campionati di fila vinti, passando dalla Seconda categoria alla Promozione, e osservando più da vicino come lavorava il gruppo di amici a capo della società, gruppo del quale io stesso facevo parte, cominciò man mano a interessarsi anche dalla parte amministrativa, a partecipare alle cene sociali, a conoscere meglio i giocatori e prendendo pure parte a qualche trasferta. Insomma, per farla breve, si innamorò a tal punto dell’ambiente e del progetto, da sposarlo in toto accollandosi la gran parte delle spese di gestione”.

Da lì il doppio cambio di denominazione del club, dapprima trasformato in Libertas Mercadante e, successivamente, in Lanciano ’90.

Il resto è storia, col già citato passaggio da squadra di nicchia a massima espressione calcistica di una città di circa trentamila anime, con tutte le conseguenze del caso.

Riassumibili nel campionato di Promozione vinto, praticamente al primo colpo col conseguente approdo in Eccellenza, al termine della stagione ’92/’93, e nel successivo approdo nel CND, centrato previo ripescaggio, dopo il secondo posto conquistato, nel campionato di Eccellenza ’94/’95, alle spalle del Pineto.

Di quelle due annate si ricordano, oltre agli allenatori (da Renzo Valbonesi e Donato Anzivino, passando per la fugace apparizione di Guido Colangelo), diversi giovani locali interessanti: il portiere Lauro Falciglia, i difensori Danilo Contento, Fabio Sigismondi e Giancarlo Masciangelo, i centrocampisti Marcello Di Camillo, Giacomo Dell’Anna, Alessandro Ranni e Pietro De Iuliis, la punta esterna Fabrizio Salvatore (venuto purtroppo a mancare prematuramente), ai quali diedero manforte elementi di spessore ed esperienza quali gli ex rossoneri Paolo Agabitini e Fabio Cancellier, mentre il ruolo di “trait d’union” tra le due squadre promosse fu ricoperto dal centravanti Luigi Carosella. Il quale, nonostante l’amaro epilogo finale (rappresentato dalla retrocessione dal CND all’Eccellenza, nella stagione ’95/’96), si tolse lo sfizio di vincere il titolo di capocannoniere del girone G.

“A dispetto del risultato finale, di quell’annata un po’ sfortunata ho solo ricordi belli. Dei miei ragazzi (tra i quali vale la pena di ricordare un giovanissimo Davide Bombardini, successivamente arrivato a giocare in Serie A, nelle file del Bologna, ndc), della città e, soprattutto, del presidente Mercadante“.

A parlare così, a trent’anni esatti di distanza, è l’allenatore dell’epoca Gildo Valle, che dal “buen ritiro” di Tocco da Casauria, ricorda volentieri l’esperienza vissuta in rossonero.

“Quella estate ricevetti una telefonata dall’allora ds del Lanciano 90 Domenico Genovese, che avendomi visto l’anno prima all’opera alla guida del Francavilla, mi disse che avevano pensato a me per la panchina della loro squadra. Il passo successivo fu l’incontro con Mercadante, del quale compresi immediatamente lo spessore e la serietà, al punto da raggiungere l’accordo in pochissimo tempo. Un’esperienza breve ma intensa, e più sufficiente per poter dire di aver trovato, lì a Lanciano, uno dei pochi presidenti capaci di mantenere sempre e comunque la parola data. Magari non ti prometteva la luna ma non è mai venuto meno agli impegni presi. Dispiace sia finita con la retrocessione (arrivata proprio all’ultima giornata e per un solo punto di differenza rispetto al Latina, ndc), paradossalmente figlia di un ripescaggio che ci costrinse a mettere su un organico in fretta e furia, e con notevole ritardo rispetto alla concorrenza. Col presidente – conclude mister Valle – abbiamo continuato a sentirci anche a distanza di anni e mi ha molto addolorato la notizia della sua scomparsa”.

Avvenuta il 12 febbraio del 2015, all’età di settantadue anni e a pochi giorni di distanza di un malore accusato in Africa (per la precisione in Egitto), dove amava trascorrere le sue vacanze.

“Una vera mazzata – gli fa eco Mario La Farciola – per quanti, ed eravamo davvero tanti, gli hanno voluto bene. E del resto, era impossibile non volergliene. Dire di lui che fosse una persona perbene può sembrare addirittura riduttivo per chi, come il sottoscritto, ha avuto la possibilità e il privilegio di frequentarlo con una certa assiduità. Amava stare in compagnia, scherzare ed era sempre disponibile con tutti. Una persona davvero in gamba e brillante. Difetti? Gliene riconosco solo uno, ammesso che possa definirsi tale: non si fidava di nessuno, nel senso che prima di prendere qualsiasi decisione voleva verificare personalmente ogni cosa. Devo dire però che, almeno per quel che riguarda la sua esperienza sportiva, ci diede una grossa mano e sono convinto che senza di lui, dopo il fallimento dell’allora A.C. Lanciano, il calcio cittadino avrebbe davvero fatto fatica, dovendo di fatto ripartire da zero.

Ricordi di quel periodo? Ce ne sono tantissimi, impossibili citarli tutti. Dovendone però estrapolarne uno, cito l’indimenticabile trasferta di Iglesias, in occasione del ritorno dei play off nazionali di Eccellenza, dai quali fummo purtroppo eliminati per poi essere ripescati in estate.

Indimenticabile perché, nonostante i costi, Mercadante volle affrontare la trasferta in aereo, che per molti di noi, e in particolare i ragazzi, era in assoluto la prima esperienza di volo”.

L’ultimo aneddoto è in realtà una curiosità, sconosciuta ai più e relativa all’attuale allenatore del Sassuolo, nonché campione del Mondo, Fabio Grosso

“Nel periodo in cui la squadra militava in Eccellenza – svela in conclusione La Farciola Mercadante fu davvero a un passo dall’acquisto dell’allora regista della Renato Curi. Affare poi sfumato per una differenza minima di valutazione tra le due società, nonostante la volontà, da parte di Stefano, di investire sul ragazzo una cifra importante, per quei tempi e per la categoria d’appartenenza”.

di Stefano De Cristofaro