Un anno fa scoppiava la guerra in Ucraina. Era il 24 febbraio, quando è iniziata una tragedia il cui eco si riverbera anche nel nostro Paese ancora oggi, come in tutto il mondo. Anche il calcio, compreso il movimento abruzzese, si è mobilitato in sostegno di questo popolo. Tante famiglie sono state accolte nella nostra regione, dove anche le società dilettantistiche hanno dato il proprio contributo.
Ne è un esempio la Renato Curi Angolana, società che milita nel campionato di Eccellenza grazie anche a tanti giovani sfornati da un vivaio che da sempre è il fiore all’occhiello della società nerazzurra. Un vivaio che circa un anno fa ha accolto tra le sue file due ragazzi arrivati dall’Ucraina a Città Sant’Angelo proprio con l’inizio del conflitto russo-ucraino.
Yurii Kucherenko è il portiere della squadra Juniores dell’Angolana (2004). Nonostante sia arrivato da neanche un anno in Italia e soltanto da dicembre alla Renato Curi, Yurii è già un pilastro dell’Under 19 nerazzurra a suon di interventi decisivi, come il rigore parato nella gara contro i pari età del Montesilvano, e ha già fatto qualche apparizione in prima squadra.
“Sono arrivato qui il 1° giugno tramite alcuni amici che mi hanno invitato ad un Summer Camp insieme a mio fratello gemello Dmytro. – Racconta Yurii – Solo pochi giorni prima che scoppiasse la guerra ero stato a sciare con la mia famiglia in una località del mio Paese. Poi i bombardamenti. Il 6 marzo siamo arrivati in Montenegro dove ci siamo stabiliti fino a giugno. È stato difficile perché non ho potuto vedere la mia famiglia per quattro mesi, e sono riuscito a vedere solo mia madre a settembre.”
Yurii e Dmytro, compagni di squadra nella Juniores della Renato Curi Angolana, sono due ragazzi dai trascorsi importanti a livello giovanile anche nella loro Patria. “Giocavo a calcio già in Ucraina fin da quando avevo 14 anni con il Kolos Kovalivka, insieme a mio fratello, – continua Yurii – poi io ho fatto un provino con il Metalist Kharkiv, dove ho giocato con la Juniores fino ad un mese prima che iniziasse la guerra. Il mio modello è Ederson del Manchester City, un portiere affidabile e bravo a giocare anche con i piedi, cosa molto importante nel calcio moderno”.
Il portierino ucraino si è già inserito, come il suo gemello, nella mentalità italiana e nella famiglia della Renato Curi Angolana: “Mi piace il calcio italiano. Il livello è molto stimolante soprattutto tatticamente e ci sono diversi giocatori molto bravi anche in Eccellenza, così come in Prima Categoria dove ho giocato con la Castrum Silvi fino a dicembre. Con i miei compagni di squadra e con la società mi sto trovando benissimo. È grazie a loro che sto imparando l’italiano e mi aiutano molto anche sul campo”.
È dunque sull’inclusione e sull’integrazione tra popoli che le ambizioni della gloriosa Renato Curi poggiano, passando anche per le parate di Yurii e le giocate del suo gemello Dmytro.
di Mattia Di Battista