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STORIE DI CALCIO puntata n.7 – BUBA BALDEH

di Stefano De Cristofaro

 

«Sono un ragazzo fortunato». Nella sua disarmante semplicità, questa frase, nota ai più come il refrain di un famoso brano di Jovanotti, rispecchia in realtà gli attuali sentimenti del 28enne gambiano Buba Baldeh. Uno dei tanti africani approdati in Italia da un barcone alla ricerca di una vita migliore.

A Bansang, dove è nato l’11 luglio 1994, Buba ha lasciato il resto della sua numerosa famiglia: mamma, papà, tre fratelli e una sorella, che sente per telefono e che almeno sinora non hanno potuto raggiungerlo qui in Abruzzo, in quella cioè che dall’estate del 2015 è per lui diventata una sorta di seconda Patria.

«Ovviamente parlo della mia esperienza personale» – sottolinea Baldeh – «e a tal proposito di questa terra e dei suoi abitanti non posso che parlar bene visto che, ovunque sia stato, sono stato accolto nel migliore dei modi. In Gambia sono tornato una sola volta, nel 2021, trattenendomi per circa un mese. Ripartire da lì è stata dura, ma l’ho fatto senza problemi perché, anche se per ovvie ragioni sento molto la mancanza dei miei famigliari, in Italia ho trovato una buona sistemazione, un lavoro e anche la possibilità di dare sfogo alla mia grande passione: quella di giocare a calcio».

Cosa, quest’ultima, che pare faccia anche bene, a giudicare almeno dalle cifre sin qui messe assieme dall’attuale attaccante del Roccaspinalveti, che al netto del periodo di sosta forzata dovuta al Covid, vanta già un più che invidiabile score personale avendo totalizzato, dal 2015 ad oggi, ben 149 reti (non contando quelle di Coppa Abruzzo), collezionate dopo un primo periodo di ambientamento vissuto nelle file della Vastese allenata da Colavitto.

«Periodo che ricordo con egual piacere» – afferma il bomber gambiano – «anche se in biancorosso disputai una sola partita ufficiale, in Coppa Italia. Del resto ero appena arrivato e non conoscendo affatto la lingua non fu facile ambientarsi, agli inizi».

Questione di poco però, perché nel giro di qualche mese, di pari passo con i progressi di ambientamento, Baldeh comincerà a collezionare presenze e gol.

Nel 2015/2016 lo tessera il Fresa Calcio, in Prima categoria, con la cui maglia va a segno sei volte, per poi fermarsi a causa di un infortunio alla caviglia. L’anno successivo si trasferisce a Carunchio dove, nelle file della locale Mario Turdò (Seconda categoria) totalizza ventitrè reti per poi ripetersi, nella stagione 2017/2018, con ben ventinove gol (più quattro in Coppa Abruzzo), segnati nel campionato di Seconda e con la maglia della neonata Asd Carunchio. Seguono poi altri ventidue gol, sempre nel Carunchio e sempre in Seconda categoria nella stagione 2018/2019, seguiti dai ventuno dell’anno dopo (il primo segnato dal Covid), trascorso a Casalanguida (Prima categoria), prima del trasferimento, stavolta definitivo, al Roccaspinalveti, in Prima categoria.

Con i cui colori gioca da tre anni, caratterizzati da quattro reti in tre gare nel primo, sospeso in via definitiva sempre a causa del Covid, ventidue nel successivo e ventuno in quello in corso, tuttora da completare e dunque suscettibile di ulteriore miglioramento.

«Grazie all’aiuto di tutti i miei compagni di squadra» – tiene a sottolineare il diretto interessato – «e in particolare agli assist di Giuseppe Luciano, con il quale l’intesa è ottimale».

In due occasioni poi gli è capitato di segnare una quaterna di gol: contro la Faresina e con la sua ex squadra Mario Turdò. Gol che lui segna soprattutto di sinistro, il suo piede migliore, non disdegnando i calci piazzati, quando capitano e persino qualche rigore.

«Che non è la mia specialità» – precisa – «al pari dei colpi di testa».

Quanto alla sua collocazione tattica, Baldeh nasce come esterno d’attacco, anche se quest’anno, utilizzato dal mister (Gabriele Farina) nel ruolo di punta centrale, si sta egualmente facendo valere sotto porta, confermando appieno la sua duttilità.

Dovendo invece scegliere la squadra del cuore, Buba non sembra avere dubbi, pur confermando di essersi trovato bene dappertutto… «Sarà perché ormai vivo lì da tanto, ma devo ammettere che Carunchio mi è davvero entrata nel cuore», confessa l’attaccante che pur ammirando tantissimo il portoghese Cristiano Ronaldo dice di ispirarsi ad un altro ex del Manchester United: l’olandese Robin Van Persie.

Quanto alle squadre di serie A, ammette di non tifarne una in particolare: «In Italia mi sono simpatiche la Juve, l’Atalanta e la Roma, ma la mia squadra del cuore era e resta il Real Madrid».

Attualmente le sue giornate si dividono tra gli impegni calcistici, quelli di lavoro (tramite la cooperativa Matrix è riuscito ad avere un contratto a tempo indeterminato come operatore sociale), le spese al centro commerciale, e qualche serata in compagnia dei suoi amici.

«Non potevo davvero sperare di meglio» – confessa in conclusione Baldeh – «soprattutto leggendo e vedendo le storie di tante altre persone che, pur seguendo il mio stesso percorso, hanno avuto meno fortuna di me. Sogni nel cassetto? Nessuno in particolare: sto bene come sto e spero di continuare così: nel calcio come nella vita di tutti i giorni». Auguri di vero cuore, Buba….