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AMARCORD puntata n.4: ORAZIO DI LORETO

di Stefano De Cristofaro

È dalla stagione 1991/1992 che, complice la nascita dell’Eccellenza, quello di Promozione è diventato il secondo campionato regionale in ordine d’importanza.

Trent’anni esatti, nel corso dei quali nessuno è riuscito a far meglio del San Nicola Sulmona targato Orazio di Loreto. Sotto la cui guida, il sodalizio ovidiano riuscì infatti a totalizzare, nella stagione 2010/2011, la bellezza di 91 punti in 34 gare, frutto di 29 successi, 4 pareggi e una sconfitta.

A dire il vero lo stesso numero di punti lo aveva messo assieme, appena due anni prima, anche il Real Teramo di Tonino Valbruni, riuscendoci però in 36 gare, e quindi a una media leggermente inferiore: 2,52 punti a partita contro i 2,67 della squadra allenata da Di Loreto. Peraltro perfettamente cosciente di questo lusinghiero primato.

«Per un motivo semplicissimo» – svela il diretto interessato – «legato alla mia amicizia con Dario Celli, che oltre ad essere stato uno dei protagonisti di quella straordinaria annata, ha militato anche nella squadra di mister Valbruni. So bene che prima o poi, come è capitato ad altri in situazione analoghe, arriverà qualcuno capace di superare anche questo record, ma nel frattempo ce lo teniamo stretto».

57 anni il 13 febbraio prossimo, Di Loreto ha vissuto i suoi primi tre anni di vita in Canada, prima di far ritorno in Italia con i genitori, stabilendosi ad Avezzano. Dove vive tuttora, facendo quotidianamente la spola, per lavoro, con la vicina Capistrello, sede del supermercato da lui diretto.

Esterno d’attacco di buon livello, l’ex trainer marsicano, calcisticamente cresciuto nelle giovanili dell’Almas Roma e nella Primavera della Roma, vanta una discreta carriera tra serie C ed Interregionale (l’attuale serie D) vissuta tra Andria, Angizia Luco e Avezzano.

Una carriera intensa ma breve: «Ero ancora giovane» – spiega – «quando, grazie a mio padre, riuscii ad ottenere un posto in banca. Un’occasione da non farsi sfuggire, anche se poi, per svariate traversie, dovetti lasciarlo per dedicarmi ad altro».

Come fece del resto col calcio, essendo passato da quello a undici al futsal, arrivando però a giocare anche nella massima serie: con la Pro Calcetto Avezzano nelle cui file riuscì, nella sua stagione migliore, a sfiorare il titolo di capocannoniere assoluto con 40 reti all’attivo: appena una in meno rispetto al ben più noto nazionale azzurro Andrea Rubei.

«Diciamo che qualche soddisfazione me la sono tolta anche lì» – conferma Di Loreto, che oltre a collaborare alla scalata, dalla C alla A2, del Queens Avezzano, ha vestito anche la maglia dell’Epica Roma (sempre in serie A), avendo tra i suoi compagni di squadra l’attuale presidente nazionale del CONI Giovanni Malagò.

Quanto alla successiva carriera da allenatore, c’è un nome ricorrente: quello di Vincenzo Angeloni, suo dirigente sia a Sulmona che nel Pescina Valle del Giovenco. «Creato proprio da noi due e da Enzo Iulianella, quando, nel 2005, decidemmo di fondere le società dell’Aielli (che sotto la sua guida aveva vinto il campionato di Prima categoria, ndr) e del Pescina».

Un club capace, nel giro di pochissimo tempo, di arrivare a giocare, sia pur per un solo anno, nel campionato di Lega Pro Prima Divisione, all’epoca corrispondente all’attuale serie C, o Terza Serie.

«Penso di essere tra i pochi» – prosegue mister Di Loreto – «a poter dire di aver ricoperto la carica di allenatore in occasione della prima e dell’ultima gara ufficiale disputate dalla Valle del Giovenco. Che dopo aver perso, con me in panchina, in maniera rocambolesca i play out per mano del Foggia, non si iscrisse al campionato di Lega Pro Seconda Divisione, scomparendo di fatto dal panorama calcistico».

L’altra particolarità che ha contraddistinto la sua carriera da allenatore è quella di essere stato per due volte esonerato con la squadra prima in classifica. Ad ogni modo, il suo vero capolavoro è stato e resta quello portato a termine sulla panchina del San Nicola Sulmona.

«Con una premessa doverosa» – sottolinea il diretto interessato – «ovvero che il merito di quanto realizzato va ascritto principalmente ai giocatori, che ho avuto la fortuna di poter allenare in quella stagione».

Straordinaria così come lo era la rosa messagli a disposizione: gente come Meo, tra i pali, Del Gizzi, Omar Valente, Favilla e il già citato Celli in difesa, una linea mediana composta dai vari Barrero, Campanile, Pizzola, Ciurlia, Sante Occhiuzzi, Pisani e De Angelis, e completata da un attacco da urlo, potendo annoverare elementi del calibro di Soria, Di Genova, Pendenza e un giovanissimo Ribeiro Dos Santos.

«Una vera e propria corazzata» – ammette Di Loreto – «capace di sbaragliare la concorrenza, anche se bisogna dar merito al Vasto Marina (che chiuse quel campionato al secondo posto, a soli cinque punti di distanza dagli ovidiani, ndr), che seppe tenerci testa per l’intera stagione, tanto da costringerci a festeggiare la promozione solo all’ultima giornata, in virtù del successo per 3-1 ottenuto a Sambuceto, grazie alle reti di Pendenza, autore di una doppietta, e Di Genova».

Tanti, quindi, i ricordi e, per ragioni più che ovvie, quasi tutti belli, a fronte di una sola nota stonata che però, paradossalmente, ha finito col rendere ancor più meritoria la stagione dei biancorossi. Ed è lo stesso Di Loreto a svelarla: «E’ vero, partimmo con un obiettivo dichiarato: quello di vincere il campionato. Un’ovvietà, visto il già descritto livello dell’organico allestito da una dirigenza che però, intorno a metà stagione, scomparve di colpo lasciandoci praticamente da soli. A quel punto due erano le soluzioni: mollare tutto, davanti alla prospettiva di dover giocare gratis, accollandoci anche il peso della seconda parte della stagione, oppure stringere i denti e andare avanti, sapendo però di poter contare solo sulle nostre forze».

Il finale, a tutti noto, lascia intendere quale fu poi la scelta presa da quel gruppo. «Che ne uscì ulteriormente fortificato» – spiega il suo allenatore – «al punto da trasformarsi in una vera e propria macchina da guerra, capace di perdere una sola gara sulle trentaquattro disputate».

Amicizie solide, qualcuna delle quali ancora in essere: con Celli, De Angelis, Ciurlia, Pendenza e Ribeiro Dos Santos, questi ultimi due recenti protagonisti nel ritorno in serie D dell’Avezzano.

«Ho splendidi ricordi di ogni singolo giocatore. Anche di quelli che non ho più sentito, e non potrebbe essere altrimenti» – afferma quasi commosso Orazio Di Loreto, per poi concludere con un’ultima rivelazione: «In effetti, dal 2011 ad oggi, c’è stato un momento in cui ero davvero convinto che avremmo perso il primato in questione. Riguarda il campionato di Promozione 2018/2019 e, nello specifico, il Lanciano allora allenato da Alessandro Del Grosso. Per come stavano forte i rossoneri, sembravano davvero destinati a superarci, tant’è che finirono col vincere a mani basse quel campionato. Chiuso però a quota 87 punti: quattro in meno del mio San Nicola». Della serie: avanti il prossimo…