Grazie a un girone di ritorno da record (quindici vittorie, un pareggio e una sconfitta) il Giulianova approda in Serie D a distanza di quattro anni dalla sua precedente apparizione.
Era la stagione 2020/2021 (la seconda funestata dal Covid) e vide l’allora Real Giulianova centrare la salvezza dopo aver chiuso la regular season al terz’ultimo posto.
Tutto è bene quel che finisce bene, dunque?
Neanche per sogno perché nel corso di un’estate infuocata, l’allora patron Luciano Bartolini decide di punto in bianco di cambiare denominazione e sede sociale del club, trasferendosi armi e bagagli nella vicina Nereto.
Addio Serie D, quindi, anche se la piazza giuliese, per fortuna, non resterà senza calcio: complice la fusione tra il Giulianova Annunziata e il Nereto 1914 (allora di proprietà dell’attuale presidente del Città di Teramo Filippo Di Antonio), nasce infatti l’ASD Giulianova, la cui presidenza viene affidata a un giuliese doc.
Ovvero all’imprenditore Alessandro Mucciconi che a Giulianova è nato (il 14 ottobre 1975), risiede e ha messo su famiglia, composta dalla moglie Giuseppina Mattiucci e dai figli Antonio e Francesca.
Il neo patron chiarisce sin dall’inizio le proprie intenzioni: riportare il Giulianova nelle categorie che gli competono, per storia e blasone calcistico.
E in effetti ci prova subito, per poi riuscirci quest’anno, dopo tre tentativi e altrettanti secondi posti, alle spalle di Avezzano (stagione 2021/2022, con 70 punti all’attivo), L’Aquila (stagione 2022/2023, chiusa a quota 74) e Città di Teramo (stagione 2023/2024) con 80 punti conquistati: uno in più rispetto all’attuale campionato, vinto a quota 79, rispetto ai 78 collezionati dalla vice-capolista Castelnuovo.
L’unica capace di tener testa fino in fondo alla formazione allenata da Roberto Cappellacci, subentrato dopo appena cinque giornate al collega Andrea Mosconi.
Sotto la guida del “ristoratore” originario di Tortoreto, i giallorossi macineranno gioco e risultati (ventitré successi, cinque pareggi e una sola sconfitta), passando da un punto a partita a una media di 2,5.
Il tutto impreziosito da una Coppa Italia di categoria, vinta in finale contro il “solito” Castelnuovo e dalla successiva fase nazionale, purtroppo interrottasi sul più bello, ovvero in semifinale per mano del Barletta. Eliminazione assolutamente ininfluente nel giudizio complessivo della stagione appena conclusa…
«Che infatti» – tiene a sottolineare lo stesso Alessandro Mucciconi – «resta più che positivo, anche se è stata un’annata particolare: entusiasmante ma al tempo stesso ricca di suspence, essendosi decisa proprio in extremis, il che la rende ancor più indimenticabile e destinata a restare negli annali di questo club».
Entusiasmante al pari della soddisfazione provata al raggiungimento del tanto sospirato traguardo…
«Immensa è la parola esatta, anche se non credo ci siano aggettivi sufficienti a descrivere le sensazioni da me provate. E il fatto di essere riuscito a coronare tutti gli sforzi fatti nelle quattro stagioni della mia gestione proprio nell’anno del centenario di attività rappresenta una sorta di ciliegina apposta sopra a una bellissima torta».
Da ex Ultrà del Giulianova come ha vissuto la domenica del 4 maggio a Penne?
«Perché ex? Io lo sono ancora, anche se il ruolo mi impone un diverso atteggiamento. E infatti ricordo con emozione e anche un pizzico di nostalgia i bei momenti passati a urlare a squarciagola dietro la rete di una curva. E anche se ora lo faccio dalla tribuna e con un ruolo diverso e assai più impegnativo, la passione e l’amore viscerale per questi colori restano immutati».
Quanto ha contato il suo passato da tifoso della curva nella scelta fatta l’estate del 2021?
«Chiaramente è stato fondamentale, proprio per l’amore viscerale che nutro per questo club. E vederlo navigare in cattive acque, a seguito delle ben note vicissitudini societarie, mi faceva star male. Io a quei tempi ero proprietario di un club minore (il Giulianova Annunziata, nda), che pur militando in Prima categoria la domenica faceva registrare al campo un numero di presenze alla prima società cittadina, ma la cosa non mi faceva affatto piacere, avendo potuto constatare in quali condizioni versasse una società dal passato così illustre. E quello è stato l’input principale che mi ha portato a fare una scelta che al momento poteva sembrare un tantino azzardata ma che, alla resa dei conti, si è invece rivelata quantomai azzeccata».
Dica la verità: dopo tre secondi posti di fila aveva iniziato a perdere le speranze di riuscire a portare a casa l’obiettivo promesso in occasione del suo insediamento?
«Mai! Anzi, le esperienze e qualche delusione di troppo accumulate nel triennio precedente si sono rivelate utili in prospettiva tant’è che, a dispetto di una partenza tutt’altro che positiva, invece di buttarmi giù e gettare la spugna ho raddoppiato gli sforzi. Fedele a un principio applicato anche nel corso della mia vita professionale, secondo cui è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che chi, come il sottoscritto si ritiene un combattente nato, riesce a dare il meglio di sé».
E delle tre precedenti cosa si sente di dire?
«La prima delle tre la reputo fantastica, e questo a prescindere dall’esito finale. Ci siamo ritrovati di punto in bianco in una realtà come l’Eccellenza, totalmente diversa rispetto all’ambito in cui ci eravamo mossi fino ad allora, ma siamo stati bravi ad adeguarci subito e, pur spendendo molto meno rispetto alle medie della categoria, siamo riusciti egualmente a toglierci delle belle soddisfazioni. E comunque, tracciando un bilancio complessivo del triennio, ciascuna stagione si è rivelata utile, consentendoci di far tesoro delle esperienze maturate nel frattempo e, di conseguenza, di continuare a crescere».
Tornando al presente, a dispetto di un ruolino di marcia esaltante siete riusciti a festeggiare solo alla trentaquattresima e ultima giornata. Onore al merito a chi ha cercato in tutti i modi di impedirvelo…
«Senza alcun dubbio, anche perché la nostra è stata una stagione di rincorsa continua ma che alla fine ci ha visti chiudere in vetta con un solo punto di vantaggio sul Castelnuovo, cui va fatto un grande plauso, essendosi dimostrato un concorrente altrettanto valido e sportivamente rispettoso».
A parte la fugace gestione Mosconi e quella successiva targata Cappellacci, un pensiero da dedicare agli altri suoi allenatori Luciano Cerasi e Angelo Pagliaccetti…
«Mi sembra il minimo» – prosegue Mucciconi – «visto che, come detto, tutte le annate succedutesi sotto la mia gestione sono state, sia pur a vario titolo, importanti. E lo stesso vale quindi per i suoi protagonisti diretti, che si tratti di tecnici o di calciatori. Ecco perché mi sento di ringraziarli dal primo all’ultimo, avendoci tutti messo l’anima e il massimo impegno, anche se a coglierne i frutti sono stati i protagonisti dell’annata appena conclusa».
In passato ha spesso chiamato a raccolta la tifoseria giuliese esortandola a seguirvi. Appello accolto appieno quest’anno…
«E la cosa non può che farmi piacere. A loro dico che potranno sempre contare su una società e una dirigenza seria e desiderosa di proseguire nel suo percorso di crescita continua. Per il blasone del club e per la passione e l’affetto con cui la piazza ci ha sempre sostenuto e continuerà a farlo anche in futuro, spronandoci a migliorare anno dopo anno».
Di recente è stato preso di mira dalla Gialappa’s: più divertito o arrabbiato?
«E c’è da chiederlo? Mi sono divertito da matti e lo considero un onore, visto che al netto di qualche strafalcione grammaticale che sfido chiunque a non commettere in certe situazioni a caldo, quei video hanno messo in evidenza la mia genuinità e la passione con cui mi dedico a questa seconda attività della mia vita. Ed essere preso di mira da una trasmissione così importante non può che farmi felice, altro che arrabbiato…».
Mister Cappellacci resta?
«Sia lui che il ds Triboletti sono state le prime due figure che ho confermato, tant’è che sono già al lavoro per la prossima stagione, avendo la massima libertà di scelta e l’appoggio incondizionato della società».
Guida tecnica a parte, quali saranno, in linea di massima, i programmi e gli obiettivi per la prossima stagione?
«La priorità è quella di trasformare la società da ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica, nda) in una SRL (Società a Responsabilità Limitata, nda), dopodiché si darà vita a un CDA (Consiglio di Amministrazione, nda) in cui confluiranno persone importanti e qualificate.
A tal proposito sono previstI nuovi ingressi in ambito dirigenziale che verranno a breve ufficializzati mentre per quel che riguarda gli obiettivi, l’unica cosa che posso assicurare è il nostro massimo impegno affinché i colori e la storia del Giulianova continuino a essere rappresentati al meglio. Anche in un campionato competitivo e difficile come l’attuale Serie D».
Pronto per il “Clasico” con i cugini del Teramo?
«Come potrei non esserlo – afferma in conclusione il patron del Giulianova – «visto che le sfide con i biancorossi rappresentano la vera essenza della parola “derby”, e sfido chiunque a dire il contrario, su entrambi i fronti. Appuntamenti simili li si sogna per un intero anno e infatti non vediamo l’ora di tornare a disputarli, in una cornice di pubblico adeguata all’evento e, mi auguro, nella massima correttezza sportiva. Lo sfottò ci sta, anzi è il sale di queste sfide: l’importante è non oltrepassare certi limiti».
Parola di (ex) Ultrà…
di Stefano De Cristofaro